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ott 2, 2022Messo Mi piace da Enrico Rossi

A me sembra che questo sia il punto più importante oggi. Non distinguersi da chi si immedesima acriticamente con l'atlantismo e in nome di questo accetta la guerra come metodo di risoluzione dei conflitti, anche contro gli interessi stessi della popolazione italiana è stato, a mio avviso, un grande errore. Certo, la posizione del PD su questa questione, è collegata all'ideologia liberista alla quale il PD si è di fatto ancorato, senza una visione critica più ampia dello sviluppo. sociale, civile ed economico. Ma, a mio avviso, proprio l'appiattimento sulle questioni internazionali ha prodotto una reazione, perchè non c'era nessuna differenza tra la posizione del PD e quella degli altri partiti e l'unica forza che si è distinta in questo è stato il M5S. Può sembrare che si tratti di temi che la gente sente come lontani, ma la ripercussione sui costi dell'energia e il pericolo di una degenerazione a conflitto nucleare è stato fortemente percepita come problema di vita quotidiana.

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Cara Ivana, condivido sostanzialmente le tue considerazioni e mi permetto solo di ricordare la dura battaglia di Berlinguer contro i missili a Comiso ma anche le posizioni di Moro che con gli USA non proprio contenti promosse l’accordo di Helsinki. Questi esempi dimostrano che si può stare dentro le alleanze scelte ma non essere appiattiti sulle posizioni USA.

Un caro saluto, Enrico

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ott 2, 2022Messo Mi piace da Enrico Rossi

Concordo sull'analisi fatta. Ci vuole un vero congrersso aperto a tutti (la parola Congresso nazionale non esiste nello Statuto del PD). Sarebbe l'ora di reintrodurla. Poi si possono anche fare le primarie per i livelli istituzionali.

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ott 2, 2022Messo Mi piace da Enrico Rossi

Essendo tu stato il Presidente (Governatore) della Regione, Sindaco di Pontedera, nato a Bientina, e di iniziale cultura politica Comunista marxista, come Pisano tuttora Comunista marxista libertario, ti conosco bene e in certi momenti ho condiviso la tua posizione politica (meno quella istituzionale molto "ondivaga"). Mi è piaciuta questa tua autocritica e ancor più le tue osservazioni sulla sconfitta della "sinistra" di Letta (ex DC pisano) ed ora sarei d'accordo per cercare di costruire un Partito veramente progressista che difende i diritti dei lavoratori e dei ceti sociali deboli e sfruttati dal sistema capitalista liberista (sistema che purtroppo, rinnegando ogni analisi e metodo marxista, la "sinistra" ha abbracciato dal 1992). Com'è noto la ruota della Storia non gira al contrario, per cui occorre, secondo me, pensare di tornare alle ideologie degli anni '70 del secolo scorso; ma non dobbiamo neppure appiattirci su quelle guidate dagli algoritmi, ovvero sul calcolo delle probabilità, e inseguire l'economia capitalista liberista oggi dominante sulla maggior parte della Terra, proponendo riforme a questo sistema di sfruttamento dei lavoratori e di chi non può permettersi il tenore di vita della ricca borghesia, della quale fanno parte tutti i membri dei partiti in Parlamento (grazie alla loro retribuzione, anche da pensionati) forse dimenticando cosa vuole dire oggi pagare le bollette e andare a fare la spesa ai supermercati e pagare un canone di locazione adeguato al reddito, col rischio di sfratto in caso di morosità incolpevole. Per costruire un partito che veramente difenda i diritti e interessi dei ceti deboli e sfruttati dal capitalismo liberista occorre prima di tutto accordarci su un programma in una parola SOCIALISTA (in Italia, diversamente che nel resto della Terra, questa parola, come quella Comunista, è stata dimenticata, forse per colpa delle malefatte di Craxi) che a mio parere meglio rappresenta, per la sua storia ideologica soprattutto, un concetto sociale, in considerazione che la parola "democrazia" è il presupposto della nostra libertà di idee e di espressione alla base, come il lavoro e la pace, della nostra Costituzione uscita dalla RESISTENZA ad ogni dittatura, di "destra", ma anche di "sinistra", perché oggi "sinistra" è un termine privo di senso inquanto tutti a parole si dicono dicono di "sinistra", ma in realtà fanno cose sostenute anche dalla "destra"....come sostenere il Governo del banchiere Draghi, ottimo esperto di finanza, ma non a favore dei lavoratori e dei ceti sociali deboli.

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Caro Virgilio,

persino Carlo Marx ebbe modo di contraddirsi più volte nei suoi scritti, figuriamoci quello che può capitare ad un amministratore di provincia originario del padule di Bientina.

In ogni caso Letta ha offerto una possibilità a chi vuole davvero costruire un soggetto politico di sinistra: partecipare alla fase costituente e alla discussione successiva e quindi votare le risoluzioni e poi i gruppi dirigenti.

Se parteciperemo in molti forse qualcosa avverrà.

Un caro saluto

Enrico

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ott 2, 2022Messo Mi piace da Enrico Rossi

Carissimo Enrico,

condivido molto lucidità e prospettiva.

Abbiamo perso perché ci siamo dimenticati le radici del nostro percorso o ci siamo convinti che era più "congeniale" non renderle palesi. Abbiamo perso perché al freddo dei cancelli delle fabbriche abbiamo preferito i salotti dell'economia algebrica. Abbiamo perso perché non è più tempo per le sfumature ma c'è il bisogno forte di generare un soggetto politico inclusivo, aperto, disposto a modulare l'azione politica nell'azione quotidiana, pronto a lavorare ora e subito nella costruzione di un'identità riconoscibilmente unitaria, migliorando il secco bipolarismo e arricchendo la pratica politica della discussione di sezione, di partito. Abbiamo perso perché nessuno può riconoscersi in fusioni a freddo pre-elettorali. Abbiamo perso perché la nostra parte politica non può paracadutare i candidati per scelte di comodo ma deve far crescere i propri candidati dal territorio. Abbiamo perso e continueremo a farlo se ci concentreremo ancora una volta sulla bieca logica del leaderismo.

Dobbiamo tornare a far convivere gli intellettuali e gli operai, per costruire una voce corposa e di piazza. Dobbiamo ricordare le nostre radici, la resistenza, la costituzione, il lavoro, la sostenibilità dello sviluppo e riunire tutto quello che c'è a sinistra di questa destra, da Calenda in poi. Non è più tempo per il protagonismo spicciolo di borghesi della politica. Oggi è il momento di fare una scelta di popolo. Di ricostruire la fiducia con quel popolo che, giustamente, ha scelto di guardare verso direzioni da cui ancora non si è sentito tradito.

La nostra parte lo ha fatto. E dalla storia dobbiamo ripartire.

Verso un profilo socialdemocratico.

Io ci sono.

Francesco.

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Caro Francesco,

mi fa molto piacere il tuo messaggio che condivido pienamente.

Non perdiamoci di vista.

Un caro saluto

Enrico

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Il Popolo del PD, quello che aveva fatto la coda per le primarie non esiste più. Personalmente ho aderito al PD (2008) fino dalla prima ora e ho avuto la tessera fino a quando con la segreteria Renzi e il referendum sulla riforma della costituzione (2016) si è completamente snaturata l'identità del Partito. Già durante la sciagurata campagna a sostegno di Bersani per le primarie di "Italia bene comune" (2012), si era capito che la frattura con chi voleva a tutti i costi un cambiamento e che aveva riposto in Renzi le proprie speranze, era insanabile. Questa gente tramontata la brevissima e deleteria meteora Renzi è stata disgustata dal PD e dalle sue scelte. Il PD negli anni successivi è diventato il partito delle poltrone a tutti i costi, con tanti candidati e pochi votanti. Vale la pena dedicare energie enormi a resuscitare questa ipotesi fallimentare, che ha consentito alla destra di vincere facile oltre i propri demeriti e divisioni tutte le ultime elezioni. M5S con pochi mezzi e idee confuse ha ottenuto in pochissimo tempo un consenso che il PD oggi fa fatica a conquistare. Direi che basta così, per fare qualcosa di nuovo bisogna azzerare tutto, in primis tutta la dirigenza che rimane una zavorra. La scusa delle elezioni amministrative non regge perché anche li il PD vince solo con le liste civiche e le coalizioni allargate,

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