La sinistra e la battaglia per il Quirinale
Oltre all'elezione del presidente della Repubblica, questa settimana parliamo del rapporto Oxfam, dell'aumento del prezzo del gas, di Beppe Grillo e delle tensioni tra Nato e Russia.
Care amiche e cari amici,
oltre al solito romanzo del Quirinale, due rapporti, a mio avviso, meritano attenzione: quello di Oxfam e quello del Ministero del Lavoro.
Infine due brevi note. Una su Grillo e lo stato di crisi della nostra democrazia, una sulle tensioni tra Nato e Russia.
Cominciamo con l’annuale rapporto di Oxfam, una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà.
Jeff Bezos, padrone di Amazon, ha ottenuto un surplus patrimoniale di ben 81 miliardi tra il 2020 e il 2021. Come osserva Roberto Ciccarelli su il Manifesto, si tratta di una cifra sufficiente a vaccinare contro il Covid l’intera popolazione mondiale con tre dosi.
In generale nei primi 21 mesi della pandemia, secondo Oxfam, i dieci uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i patrimoni da 700 a 1.500 miliardi. Nel mondo, nello stesso periodo 163 milioni di persone sono cadute in povertà.
Ad essere colpiti sono soprattutto, ancora una volta, i paesi più poveri risentendo più di altri del blocco delle attività economiche e dei commerci, del rallentamento degli aiuti umanitari, dei programmi di cooperazione e di sviluppo, e del fermo delle attività educative e sanitarie.
In Italia, nel corso del 2020, sono cadute in povertà 1 milione di persone.
A fine del 2020, il 10 per cento degli italiani più ricchi possedeva oltre sei volte la ricchezza netta di tutta la metà più povera della popolazione italiana.
“Le banche centrali hanno pompato miliardi di dollari nei mercati finanziari per salvare l’economia, ma gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario – ha detto Gabriela Bucher direttrice di Oxfam. Alcuni settori hanno beneficiato della crisi con conseguenze avverse per troppi, come nel caso del settore farmaceutico, fondamentale nella lotta alla pandemia, ma succube alla logica del profitto e restio alla sospensione temporanea dei brevetti e alla condivisione di know how e tecnologie necessarie per aumentare la produzione di vaccini Covid e salvare vite anche nei contesti più vulnerabili del pianeta”.
Mentre i monopoli detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna hanno permesso di realizzare utili per 1.000 dollari al secondo e creare 5 nuovi miliardari, meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito.
La percentuale di persone con COVID-19 che muore a causa del virus nei Paesi in via di sviluppo è circa il doppio di quella dei Paesi ricchi, mentre ad oggi nei Paesi a basso reddito è stata vaccinata appena il 4,81% della popolazione.
“La disuguaglianza non è una fatalità ma il risultato di precise scelte politiche – continua Bucher. Non solo i nostri sistemi economici ci hanno reso meno sicuri di fronte a questa pandemia, ma consentono a chi è estremamente ricco di beneficiare della crisi. Non è mai stato così importante intervenire sulle sempre più marcate ingiustizie e iniquità. Per questo servono coraggio e visione per affrancarsi da paradigmi di sviluppo che hanno mostrato il fallimento negli ultimi decenni”.
In Italia la ripresa occupazionale del 2021 non è trainata da lavoro stabile.
Mentre la politica è tutta concentrata sull’elezione del Presidente, il paese reale sta entrando in una fase di sofferenza, accentuata per i ceti meno abbienti.
Secondo il rapporto del Ministero del Lavoro, il 12 per cento dei lavoratori italiani versa in condizioni di povertà. Le cause sono principalmente i salari bassi e il lavoro precario.
Infatti, la crescita del Pil non si traduce in una ripresa occupazionale adeguata e in lavori buoni e sicuri.
Dei quasi mezzo milione di nuovi posti di lavoro, creati l’ultimo anno, oltre 400.000 sono precari. Giovani e donne italiane hanno il primato della disoccupazione rispetto all’Europa.
La stangata delle bollette si sommerà a quella dei generi alimentari e ad una valanga di aumenti che si abbatteranno sulle famiglie, per circa 1.300 euro nel 2022, colpendo ovviamente i redditi più bassi.
L’inchiesta del Ministero del Lavoro conferma che il lavoro precario significa povertà e che essa riguarda ormai un lavoratore dipendente su dieci.
Penso che il PD e la sinistra politica e sindacale dovrebbero prendere un’iniziativa forte in grado di parlare concretamente a milioni di lavoratori.
Questa non può che essere la legge sul salario minimo che, fissato secondo i parametri europei intorno a 9-10 euro l’ora, riguarderebbe, con aumenti significativi, le buste paga di quasi 5 milioni di lavoratori.
Siamo di fronte ad una emergenza sociale e democratica.
Voglio sperare che nelle discussioni sul nuovo governo, posto che Draghi vada al Quirinale, il PD voglia porre questo tema come assolutamente prioritario, anzi come condizione.
Alessandro Volpi, economista, mi ha inviato questa breve nota in cui si leggono cose interessanti sull’aumento del gas.
“Il governo sta per varare un decreto che aggiunge 4 miliardi ai 4 già previsti nella Legge di Bilancio per ridurre il peso delle bollette energetiche. Si tratta di una cifra enorme e peraltro del tutto insufficiente. Ma sopratutto inutile per risolvere il problema che è chiaramente finanziario. Ormai è evidente che i prezzi del gas sono determinati, in larga misura, dai trader - gli scommettitori- che comprano derivati al rialzo rispetto ai contratti conclusi dagli operatori. Basterebbe riportare i derivati alla loro natura di strumenti di copertura delle operazioni reali per smontare questa gigantesca speculazione. Il problema è che la finanza speculativa è diventata la principale fonte di reddito per la parte più ricca, e più influente, del pianeta. Smontare questo colossale gioco provocherebbe subito attacchi contro le valute e i debiti pubblici che dovrebbero essere difesi da banche centrali fermamente decise in tal senso. Ma, purtroppo, una visione politica in tal senso non esiste e dunque serviranno miliardi per calmierare le bollette, senza centrare l’obiettivo. Le politiche energetiche, in un simile quadro, rischiano di essere sempre tardive”.
Aumenta la diseguaglianza: i ricchi sempre più ricchi e i poveri più numerosi. Ma cresce anche il bisogno di una società più giusta e più serena.
“Il virus della disuguaglianza e non solo il coronavirus - dice ancora Oxfam - ha effetti devastanti: ogni quattro secondi una persona muore per mancanza di accesso alle cure, per le conseguenze della crisi climatica, per fame, per violenza di genere.”
David Sassoli sosteneva che “abbiamo imparato che la disuguaglianza non è più tollerabile né accettabile".
Il fatto è che i ricchi ormai viaggiano oltre le nazioni, sono irraggiungibili, dominano l’informazione e i social e le loro ricchezze sono ben nascoste nei paradisi fiscali.
Ma io penso che prima o poi, come è già accaduto nella storia, ad esempio per la giornata lavorativa di 8 ore, un grande movimento mondiale di cittadini e di lavoratori chiederà che si realizzi la ridistribuzione della ricchezza per garantire a tutte le persone l’accesso alle cure, all’istruzione e una vita dignitosa.
Nessuno può illudersi che la lotta per l’eguaglianza sia finita nel secolo scorso, cancellata per sempre dalla globalizzazione liberista. Essa riprenderà e per ampiezza e forza stupirà tutti coloro che pensavano fosse impossibile un movimento mondiale che si impegna per la giustizia.
Ricordo che Enrico Berlinguer, in uno dei suoi discorsi, invitava le classi dominanti, anche nel loro interesse, a cedere qualcosa, a raggiungere compromessi con le classi subalterne per evitare che il conflitto diventasse troppo acuto.
Oggi la consapevolezza della insostenibilità delle diseguaglianze è diffusa e le coscienze già cominciano a ribellarsi.
Il romanzo del Quirinale si sta facendo un incubo.
Berlusconi dichiara di aver deciso di ritirarsi. La verità è che non ha i numeri ma vuole far credere di essere comunque il king maker della situazione.
La destra si è arrogata il diritto di fare la prima mossa sul falso presupposto di avere i numeri.
Questo bluff prima finisce e meglio è.
Spunta fuori anche il nome di Pier Ferdinando Casini, il politico che dal 1983, prima con la DC, poi con Berlusconi, e infine anche con Renzi, siede ininterrottamente in Parlamento, a parte una parentesi passata nel Parlamento europeo.
Sarebbe il trionfo postumo della peggiore Democrazia Cristiana.
Questo è il mio pensiero.
È tempo che il centrosinistra lavori per una candidatura che provi a dividere la destra e che sia così autorevole da non consentirle di respingerla, se non a caro prezzo nei confronti dell’opinione pubblica.
Non convince questo giochino che spetterebbe a Salvini fare un nome non “divisivo”; non è infatti fondato numericamente, perché in parlamento destra e sinistra si equivalgono, ed è anche molto rischioso, perché serve a favorire l’ipotesi di un candidato “moderato” di destra.
Ma cosa accadrebbe se in Italia vincesse alle prossime elezioni la destra e si avesse un presidente della Repubblica anch’esso espressione di quello schieramento?
Per l’Italia e l’Europa sarebbe una sciagura: riprenderebbero le spinte sovraniste e il nostro Paese finirebbe per ritrovarsi isolato, come già avvenuto quando ha governato la destra, oppure per favorire in senso reazionario uno spostamento di tutta la politica europea.
Al momento c’è solo un nome che, anche con una vittoria elettorale della destra, avrebbe l’autorevolezza per evitare tutto questo.
Un nome a cui la stessa destra, o almeno una parte importante di essa, non potrebbe opporsi: è Draghi.
Il PD certo dovrà proporlo al momento giusto.
Attenzione però a non farlo troppo tardi.
É chiaro che la proposta di Draghi deve prevedere anche la formazione di un nuovo governo alla cui guida dovrà esserci un politico per evitare le elezioni anticipate.
Lasciare ancora il campo libero al gioco di Salvini e di Verdini potrebbe rivelarsi esiziale.
Non è mancato in questa settimana neppure l’iniziativa della Magistratura. Questa volta contro Grillo. Io non voglio occuparmi degli aspetti giudiziari che mi interessano relativamente. Voglio discutere di politica e dello stato di crisi della nostra democrazia.
Grillo è vittima di se stesso perché nel 2019 fu proprio lui a volere, in quella forma, il reato di cui viene accusato: traffico di influenze illecite.
L’Elevato avrebbe fatto un contratto pubblicitario con Onorato per promuovere con il suo blog la compagnia di navigazione Moby, ma poi avrebbe anche trasmesso ai suoi parlamentari le richieste dell’armatore allo scopo di favorirlo.
Insomma, sarebbe stato un lobbista occulto.
Ad aggravare la situazione c’è anche il fatto che sempre lo stesso Onorato avrebbe pagato assai profumatamente anche la piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio, su cui prende le decisioni politiche il M5stelle.
Due brevi considerazioni:
il M5stelle ha usato il tema dell’onestà per attaccare gli altri partiti e tutto il sistema politico ma nella realtà, poiché la politica costa, ha assunto comportamenti che rivelano gli stessi conflitti di interessi, non diversi da quelli che stigmatizzava nei suoi avversari;
la fine del finanziamento pubblico della politica, un’altra bandiera del grillismo - nella quale, con Renzi segretario, è caduto anche il PD - è stata un errore gravissimo e ha prodotto una zona d’ombra che colpisce in modo ferale la democrazia, il suo funzionamento e la sua credibilità.
Inoltre, è difficile non osservare il tempismo dell’indagine e soprattutto dell’esplosione del caso sui media; a pochi giorni, infatti, dalle elezioni del presidente della Repubblica l’opinione di Grillo sarebbe stata decisiva, poiché orienta il più grande gruppo parlamentare, ma ora Grillo dovrà difendersi dalle accuse e tacere su tutto il resto.
Letta ha proposto alle altre forze politiche un accordo di fine legislatura.
A mio avviso, è fondamentale trovare soluzioni alla crisi della politica e della democrazia: ad esempio, facendo una nuova legge elettorale, una sul ruolo dei partiti, sul loro finanziamento pubblico e sulle regole interne, una sul funzionamento delle istituzioni.
Altrimenti, la nostra democrazia sarà sempre più fragile e sempre più si imporrà il ricorso ad un uomo solo al comando, ad un salvatore della patria, fino a stravolgere completamente la Costituzione Italiana.
Vorrei tanto che il Parlamento fosse in grado di fare questo scatto, ma nutro forti dubbi.
Temo che finiranno ancora col prevalere i piccoli interessi elettorali del momento, la litigiosità, l’inconcludenza, e alla fine un cupio dissolvi, una spinta distruttiva che è la stessa di cui Grillo è stato inventore, interprete di successo e pure vittima.
Il popolo italiano merita meglio.
Infine una breve nota su l’Ucraina e le tensioni tra Nato e Russia.
Putin e Biden giocano i loro equilibri sulle nostre teste.
Quello che colpisce della crisi dell’Ucraina è il fatto che lo scontro stia avvenendo tutto tra Russia e USA, come se l’Europa non esistesse.
È una umiliazione per i cittadini europei vedere Putin che si rivolge direttamente alla NATO e agli Stati Uniti saltando l’Europa, priva di una propria politica e di una propria forza e di una voce.
D’altra parte gli USA hanno voluto bloccare i rubinetti del NorthStream, proveniente dalla Russia, e in cambio mandarci le gasiere; una cosa ridicola che non fermerà certo l’aumento dei costi del gas.
Ma al di là del merito, su cui si può sempre discutere, è preoccupante che non si voglia neppure affrontare il problema.
Invece, abbiamo bisogno di una sinistra che con coraggio prenda in mano la bandiera della sovranità europea.
Io penso che dalla Liberazione sono passati un numero sufficiente di anni per rendere l’Europa più autonoma e in grado di sviluppare una propria politica estera.
Un caro saluto,
Enrico
E' la questinone prioritaria...!